domenica 2 marzo 2008

Bilal. Il mio viaggio da infiltrato nel mercato dei nuovi schiavi - F.Gatti (2007)



Chi sono gli eroi dei giorni nostri? Si chiamano Joseph, Daniel, Amadou, Mohamed, Stephen, Laouan, James. Vengono da Camerun, Nigeria, Mali, Niger, Senegal. È l'esodo tragico e quotidiano di migliaia di giovani africani. È l'abbandono della propria terra per via delle guerre, delle carestie, delle violazioni dei diritti umani, della speranza di un futuro migliore per la propria famiglia. È l'inganno più grande della storia. Perchè quando parti, non puoi più tornare indietro.
Gli eserciti marci e corrotti e i banditi ti spogliano di tutto, ti bastonano, ti umiliano. Allora devi prostituirti o fare lo schiavo per mesi (o anni) prima di ripartire. Così fino alla razzia successiva. Ma non tutti riescono a ricominciare il viaggio e molti restano semplicemente a metà, prigionieri di un luogo – stranded –, mendicanti per un tozzo di pane, ladri per sopravvivenza, alcolizzati o pazzi.
È un'economia malata quella dei paesi interessati dalle rotte dell'emigrazione. Un'economia che si regge sulle misere tasche di questi sventurati (di tanto in tanto alimentate da una colletta improvvisata dal villaggio di provenienza, che permette di continuare a sperare e non tornare indietro "da fallito", oppure da un po' di soldi inviati da un parente "che ce l'ha fatta" e che aspetta in Europa). Un'economia intera che si regge sulle loro braccia, sul loro sudore, sul loro corpo. Migliaia di tasche da svuotare e di corpi di cui impossessarsi, ogni giorno.
E da quando l'Italia ha fatto della Libia (e del suo dittatore, "leader della libertà", secondo un ex-presidente del Consiglio italiano) il suo principale alleato nella lotta all'immigrazione clandestina, il guadagno per le mafie e per questi eserciti (del male) è doppio. Sì, perchè ora i migranti sono depredati anche al "ritorno", dopo essere stati rastrellati in Libia e durante le deportazioni collettive verso i Paesi di provenienza. Che in molti casi si trasformano semplicemente in tragici abbandoni in mezzo al deserto.
L'Europa – e purtroppo l'Italia in particolare – ha responsabilità enormi in tutto questo. E non solo per questi scellerati accordi con Stati che non rispettano i più elementari diritti umani. Ma soprattutto per creare e mantenere al proprio interno le condizioni per cui la manodopera straniera serve clandestina, irregolare, senza diritti, sempre sul filo dell'espulsione. Per poterla ricattare, sfruttare, al limite anche ucciderla senza rischiare più di tanto.
Tutto il sistema italiano sembra proprio finalizzato a questo: dalle grandi gabbie in cui i migranti sono rinchiusi al loro arrivo (dopo mesi e mesi di deserto e violenze e la traversata del Mediterraneo), ai metodi nazisti e corrotti di certe forze dell'ordine italiane che si sfogano subdolamente sui più deboli per proteggere e garantire gli scafisti ed i loro squallidi traffici; dal razzismo spicciolo di un bigliettaio delle ferrovie, figlio dell'ignoranza dilagante di questi nostri tempi, alla caritatevole "accoglienza" di cooperative ed associazioni (spesso di ispirazione religiosa) che si abbeverano come gli altri alla fonte della gestione dei Centri di detenzione per migranti, fino ai campi di raccolta della frutta e delle verdure, veri e propri campi di lavoro schiavistico simili alle piantagioni di caffè o di cotone dell'America di due secoli fa.
Tutto questo accade davvero. E anche piuttosto alla luce del sole. Non è esagerazione, non è propaganda, non è invenzione. Gatti ce lo racconta in questo libro documentatissimo, frutto di diverse inchieste condotte dal 2003 e pubblicate su "L'Espresso". Ma è una mosca bianca. In televisione e sui giornali sentiamo e leggiamo solo le dichiarazioni urticanti dei politici ed il loro schifoso marciare sulle fobie della gente; è un'ipocrisia che legittima e perpetua uno sterminio quotidiano. Che permette ai trafficanti ed ai mafiosi di tutto il mondo di arricchirsi enormemente. Di comprare armi con cui scatenare altre guerre per impossessarsi di ancor più denaro. Generando ulteriori vittime, ulteriori miserie ed ulteriori migrazioni. In questa guerra che si gioca sulla pelle di milioni di persone l'Italia e l'Europa hanno scelto di stare dalla parte dei trafficanti, dei dittatori, degli eserciti che violentano le donne e ammazzano di botte gli uomini dopo averli fatti inginocchiare nudi sulla sabbia del deserto ed averli depredati di tutto. L'Italia sta da questa parte. Gatti-Bilal ci dice questo. Lo dice chiaro e forte, dopo averlo sperimentato sulla propria pelle. Non possiamo più dire di non saperlo.

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