
Tutto quello che è nelle possibilità del capo di uno dei più longevi presidenti socialisti dell'occidente, a cavallo del crollo del blocco sovietico, pare dunque essere l'affidarsi a qualche articolo sui giornali, a poche dichiarazioni, ad un messaggio augurale per l'anno nuovo, alle chiacchierate con un giovane giornalista-biografo. Tutto questo, nell'ottica di un regista-comunista, come si definisce Guédiguian, non può non risultare sconsolante. E non può non spingere a riflettere: chi ha in mano le redini del potere? Chi decide le sorti delle nazioni, anche importanti ed influenti? Che senso ha parlare di democrazia ed elezioni se poi a tirare le fila sono meccanismi del tutto estranei alle regole del gioco? E se i presidenti, soprattutto quelli eletti con grandi speranze di cambiamento, si riducono infine ad un ben triste autocompiacimento accompagnato da una cinica disillusione sulle possibilità concret

Guédiguian, che ha tratto liberamente la storia da un libro, si sofferma a lungo sui tratti umani del presidente (un credibilissimo ed eccezionale M. Bouquet), tralasciando invece tutto ciò che riguarda il lato decisionale. Non entriamo mai con la macchina nella "stanza dei bottoni", non sentiamo del presidente che qualche discorso pubblico di routine. Dunque il suo è un giudizio tenero, quasi affettuoso, a tratti riverente. E' lo sguardo di un giovane (il giornalista, J. Lespert) che cerca di fare chiarezza su alcuni aspetti della vita e della storia di Mitterrand, finendo però inevitabilmente sopraffatto dal lato culturale e tenero di questo vecchio uomo che sapeva già che sarebbe morto poco tempo dopo aver lasciato la carica. E allora, a lasciare il segno sul giovane, ben più che i racconti della guerra e del governo di Vichy - sui quali otterrà ben poco - sono invece le massime, le pillole di saggezza, la personalità complessa, ferita, intricata di questo uomo.
Volutamente evitata - o meglio, appena accennata nella figura della giovane moglie di J. L

"Tu sei troppo sentimentale", ripete spesso al giovane l'anziano presidente. Generazioni diverse, si potrebbe rispondere, l'una discendente delle disillusioni, delle pochezze e degli errori dell'altra.
Nessun commento:
Posta un commento