martedì 5 agosto 2008

Les Biches (Le cerbiatte) - C. Chabrol (1968)

Insolito triangolo amoroso che si svolge fra Parigi e Saint Tropez, fra una ricca, annoiata proprietaria di uno Yacht club sulla Riviera (Frédérique), una squattrinata pittrice da strada (Why) specializzata nel dipingere cerbiatte (biches, in francese) ed un insipido ma bell'architetto (Paul).
Di insolito e degno di nota non c'è tanto il rapporto a tre, quanto il fatto che in esso (o meglio, sopratutto nel rapporto fra le due donne, Frèdèrique e Why, vere ed uniche protagoniste del film) si rispecchiano continuamente i rispettivi ruoli sociali e si riproducono – per quanto "addolcite" dal clima amoroso e dall'attrazione fisica – le dinamiche di oppressione, sfruttamento, accettazione passiva della propria situazione di inferiorità.
Se Frédérique, tuttavia, mantiene il suo superbo distacco e la sua altezzosità indifferente sino alla fine, il ruolo di Why, al contrario, si sviluppa nel corso della storia, e quella che sembrava una timida ed ingenua cortigiana, costretta a "servire" la sua padrona e ad accettare persino che quella le soffiasse sotto il naso l'uomo con il quale aveva iniziato una relazione, muta con decisione (anche se non con lucida presa di coscienza).
I suoi sentimenti ingenui ed i suoi comportamenti arrendevoli ("Why, tesoro, portami una birra", "Why, tesoro, cambia musica", etc..) cominciano lentamente – ma sempre più apertamente – a tramutarsi in invidia ed aspirazione a prendere il posto di Frédérique nella scala gerarchica e nella conseguente detenzione del potere.
Why comincia allora ad indossare i vestiti di Frédérique, a truccarsi come lei, fino ad arrivare all'epilogo drammatico ed alla vera e propria sostituzione fisica.





Frédérique amava circondarsi di una corte di valletti e buffoni che le allietavano l'altrimenti noioso inverno di Saint Tropez e che lei ricompensava con serate divertenti, champagne, denaro a fiumi. Why era solo un personaggio strambo in più, all'interno di questa compagnia di stupidi ricconi debosciati, che giocavano a fare la rivoluzione con le parole? O forse era qualcosa di più?
È molto difficile a dirsi, perchè i sentimenti di Frédérique non sono mai chiari, verso nessuno. Non sappiamo neanche se ne abbia.
Probabilmente, le persone sono solo un gioco per lei, delle simpatiche macchiette di cui disfarsi appena non se ne senta più il bisogno, oppure contrastino con i suoi piani.
Frédérique è un personaggio viscido, che lascia una scia di morbosità ovunque passa. Paul se ne accorge, pare anche irritarsi in certi momenti, ma è un debole e non riesce a sottrarsi al terribile gioco.
Why, invece, col suo nome che pare una domanda destinata a cadere nel vuoto, la rivoluzione violenta – tanto osannata dai libretti che amano leggere i vassalli della corte di Frédérique – la fa per davvero, con i fatti e non a parole.
Ma, trasportando su piano generale la vicenda privata, Why non si ribella per presa di coscienza dell'ingiustizia di questa situazione di squilibrio fra le parti, ma lo fa per follia, forse per invidia, certamente per brama di potere (qui rappresentato magnificamente dal potere sessuale, quello di decidere del corpo altrui: splendida la scena di Why lasciata fuori dalla porta della camera da letto a mangiarsi le dita).

Non c'è senso di giustizia in questo film di Chabrol, non c'è aspirazione a rapporti interpersonali paritari. Why è una povera pittice da strada che aspira solo a diventare la copia mal riuscita di una tristissima (ma ricchissima e dunque potentissima) donna borghese.
Why?

1 commento:

ignocarpy ha detto...

Si trova in HD?