sabato 10 gennaio 2009

Stella - S. Verheyde (2008)


Parigi, 1977. Stella (Léora Barbara) è la figlia unica di una coppia che gestisce una specie di bar-dormitorio che accoglie persone inviate dai servizi sociali. Vive e cresce fra alcolizzati, rissaioli, piccoli delinquenti ed emarginati. I suoi genitori sono abbondantemente in rotta ed il loro naufragio coniugale ed individuale non può che ripercuotersi su di lei.
Eppure Stella pare trovarsi a suo agio fra partite a biliardo, bevute colossali, balli e risse da osteria. Si diverte e cresce, a mo
do suo, nell'affetto degli habitués del bar (soprattutto il personaggio bello e tenebroso di Guillame Depardieu) e nell'incapacità dei genitori di starle vicino, così impegnati a cercare un senso nella loro di vita da non potersi dedicare a quella della figlia.
Così, quando alle medie viene inserita in una scuola del centro, per ricchi, Stella ha uno shock. Improvvisamente, paracadutata in un mondo così distante dal suo, scopre che tutto quello che ha imparato dalla vita - le formazioni del campionato di calcio, a distinguere di chi ci si può fidare e di chi no, il gioco delle carte, il biliardino,... - non le servirà a niente perchè quello che conta, nella società "che conta", è tutt'altro.

La prima reazione è viole
nta e di distacco: Stella litiga e viene alle mani con i compagni, non riesce a seguire niente delle lezioni, non si sforza nemmeno, ed i risultati sono umilianti. La sua solitudine, in una classe di ragazze che "sembrano uscite da La casa nella prateria", aumenta a dismisura e l'unica compagna che le si rivolge in tono amichevole, la prima volta, lo fa per sbaglio, perchè l'aveva confusa con un'altra.
Questa ragazzina - Gladys -, figlia di un ricco psichiatra argentino, si rivelerà un angelo per Stella, così desiderosa di non restare più sola e al tempo stesso così costretta a sentirsi sempre un pesce fuor d'acqua in quell'ambiente ostile, che non concepisce tempi di adattamento, che costringe a sbattere il muso
contro gli ostacoli, ancor prima di averli visti.

Parallelamente al suo estraniamento dalla classe, cresce anche il suo smarrimento, la sua solitudine in "casa". Sottolineato dalla maturazione fisica, lo sviluppo di Stella coincide anche con veri e propri traumi: la vista di un morto ammazzato sotto la propria finestra, la madre che tradisce il padre, il costante distacco fra i genitori, stanchi di una vita troppo difficile.

Recatasi in campagna dalla nonna per le vacanze dopo la fine del primo trimestre, Stella incontra la sua - fino a quel momento - unica vera amica, ragazzina di campagna dai capelli legati di lato, emarginata e con un padre violento. E' da qui che parte il cambiamento di Stella, è da qui che matura in lei la consapevolezza che quella scuola in cui si è ritrovata per caso può rappresentare davvero un'opportunità. Per uscire da un mondo troppo duro, per non accettare in silenzio le angherie ed i soprusi di alcuni adulti, abbruttiti dalla vita.

Sarà proprio Gladys - che è la più brava della classe - ad iniziarla alla passione per i libri, a spingerla in qualche modo verso il primo amore, sarà lei a farla sentire apprezzata e meno sola e a farla aprire. E sarà soprattutto grazie a lei che Stella riuscirà ad intravedere non solo e non tanto l'importanza di ottenere risultati a scuola, ma soprattutto quella di trovare un senso negli sforzi che servono per raggiungerli.


Ennesimo bel film francese sull'adolescenza, Stella è ambientato sul finire degli anni '70 perchè è un racconto autobiografico, ma potrebbe essere tranquillamente attualizzato ad oggi. Il suo punto di forza non ci pare essere nè il difficile rapporto adulti-adolescenti, nè l'ostilità dell'istituzione-scuola (docenti, compagni, materie di insegnamento) verso chi, per la sua provenienza e la sua storia, incontra comprensibilmente delle difficoltà (temi entrambi comunque fortemente presenti).

La particolarità di questo film sta invece proprio nel non ricercare una morale sempre valida, ma nello sforzarsi di mettere in scena - in maniera emozionante e divertente, mai pesante o didascalica - la possibilità di una crescita e di una reciproca comprensione fra diversi, basate entrambe non sulla "tolleranza" faticosa di alcuni verso altri, ma sullo scambio ed il rispettivo arricchimento, sull'importanza della cultura come mezzo. E suoi tempi di questa come di ogni crescita. Che bisogna imparare ad aspettare.


Qualcuno, in maniera un pò cinica, potrà forse accusare questo film di buonismo ed in effetti il rischio c'era. Ma tuttele scene decisive, quelle che sottolineano le diverse tappe del cambiamento di Stella, sono girate con tanta delicatezza, sensibilità e forza visiva da fugare subito ogni sospetto di faciloneria ed arrivare dritte al cuore dello spettatore senza mai farlo smettere di pensare.

Splendida la colonna sonora, con la canzone principale, quella dei titoli di coda, cantata dalla stessa sceneggiatrice e regista.

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