lunedì 28 luglio 2008

Samba Traoré - I. Ouédraogo (1992)

Samba Traoré è un giovane abitante di un villaggio africano che, trasferitosi in città per lavorare, commette una rapina in una stazione di servizio con conseguenze drammatiche, riuscendo tuttavia a mettersi in salvo con una valigetta piena di soldi. Tornato al proprio villaggio, è accolto con grandi feste da amici e genitori.
Pur cercando in ogni modo di dimenticare l'origine della sua fortuna (tanto da andare su tutte le furie quando qualcuno osa domandarglielo), Samba certo non si trattiene dallo spendere cifre folli, per acquistare bestiame per il villaggio e far costruire un bar da gestire assieme all'amico d'infanzia Salif.
Fra i sospetti – e talora l'invidia – dei compaesani, che non si capacitano di quanto sia riuscito a guadagnare lavorando in città, Samba si innamora di Saratou, la bella del villaggio, e la sposa. Quella che potrebbe essere una felice storia familiare si disintegra quando Saratou resta incinta: Samba (ancora ricercato) si rifiuta di accompagnarla in città per partorire, e suo padre, scoperta l'origine sporca della sua ricchezza, dà fuoco alla casa del figlio. L'arrivo della polizia al villaggio e l'arresto di Samba chiudono il film e con esso il cerchio che dall'errore - grave - porta necessariamente, dopo una rapida ascesa ed un'ancor più ripida discesa, alla giusta punizione (almeno nei film....).
E' tutto incentrato sul personaggio principale, questo lungometraggio del burkinabé Ouédraogo, premiato a Cannes nel 1990 per Tilai ed autore di spicco nell'odierna cinematografia africana.
Nonostante il reato e le menzogne, Samba è un personaggio positivo, solare. Il suo furto, per quanto spregevole, non è finalizzato ad un egoistico arricchimento.
Al contrario, Samba spende con generosità per migliorare la condizione di vita del suo villaggio e della sua famiglia, oppure per assecondare un sogno da ragazzini, cullato assieme all'amico più caro. Proprio per questo, Samba Traoré ci ricorda l'estrema difficoltà di migliorare la propria condizione di vita per chi è privo di mezzi ed il costante scontro fra tentazioni di benessere e regole della pacifica convivenza. La vendetta e la punizione non tardano ad arrivare, neanche quando l'autore dello sbaglio (pur non essendo un Robin Hood!) ha buone intenzioni.
I protagonisti di questo racconto sembrano accettarlo: Samba deve pagare, ma il finale – sopratutto se paragonato alle scene del primo sgretolarsi della felicità – è decisamente lieve e sereno: Saratou promette che aspetterà la fine della pena, i suoi amici saranno pronti a riabbracciarlo.
Film dalla trama semplice e lineare, regia più complicata, piena di piani-sequenza, con buie scene notturne o luminosissime inquadrature quasi accecate dal sole africano. È come se Ouédraogo volesse dirci che anche le regole più semplici (chi sbaglia paga) possono esserlo molto meno, se osservate attraverso altri canoni. Conseguentemente, la morale è decisamente meno chiara rispetto ad altri film africani. Film maturo.

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