mercoledì 5 marzo 2008

Un'ora sola ti vorrei - Alina Marazzi, 2002


Memoria, nostalgia, dolcezza.
Non deve essere stato facile per Alina Marazzi, giovane regista esordiente, realizzare un film sulla vita di sua madre Liseli, morta suicida all'età di 33 anni. Cucire, organizzare, selezionare il materiale che avrebbe celebrato, in questa coraggiosa pellicola, la donna che le ha dato la vita, ma di cui non ricorda il volto.


La Marazzi si serve dei filmati registrati dal nonno, a partire dagli anni 20, in cui vengono riprese le vacanze al mare, i pic-nic in montagna, le feste. Ma questi video, in cui la famiglia borghese è sempre rappresentata nei momenti di felicità, stridono fortemente con i diari e le lettere di Liseli (l'altra importante fonte di cui la regista entra in possesso). Che per tutta la durata del film si contrappongono alle immagini sempre sorridenti, ai ritratti di superficie in cui prevale l'ipocrisia borghese "dell'ostentare".
Sono i diari della donna, di cui la figlia legge i passi più significativi, a mostrarci in realtà una persona sofferente, a cui le convenzioni dell'ambiente circostante stanno strette. Liseli fatica a trovare un posto nel mondo, è giudice severissima di se stessa, si rimprovera continuamente di "non essere all'altezza". Contro questo disagio esistenziale nè l'amore profondo del marito Antonio, cui dedica prose appassionate, nè la nascita dei figli, possono nulla.
Dalla casa di cura in cui trascorre l'ultimo periodo della sua vita - documentato nel film dalla lettura delle cartelle cliniche - Liseli mette a fuoco le dolorose incomprensioni con l'austero padre, si ribella alle terapie poco ortodosse cui è sottoposta e soprattutto al principio per cui un uomo possa giudicare un altro uomo, etichettandolo come "malato di mente".



E' inevitabile arrivare alla fine del film con un grande magone dentro e una profonda commozione. Senza mai sfiorare, però, patetismo o sentimenti di angoscia.

Sulle note dell'omonima canzone, "Un'ora sola ti vorrei" lascia gli occhi dello spettatore colmi di lacrime "dolci"...è la nostalgia che pervade dolcemente la vita, è il dolore che è essenziale per accettare le perdite e forse un giorno superarle.

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