domenica 11 gennaio 2009

Baby love (V. Garenq) 2008 (Comme les autres)



Il film che non vorresti mai vedere nella tua cineteca sotto casa. L'opera prima di Vincent Garenq (Comme les autres nel titolo originale) vuole affrontare un tema delicato e drammatico - anzi più d'uno - in maniera leggera. Niente di male, anzi. E' che per affrontare col sorriso, mescolando commedia e melodramma, dinamiche e sentimenti così forti e temi così scottanti bisogna esserne capaci e ben pochi autori e registi lo sono (Almodovar su tutti). Viceversa, il rischio è di fare becero qualunquismo. Bersaglio, ahilui, colpito in pieno dal regista francese.

Emmanuel è un bell'uomo di 42 anni, benestante, che da tempo vuole fortemente avere un bambino. Philippe, suo compagno di poco più giovane, non si sente pronto. Vuole continuare ad avere tempo per sè, per le uscite e le cene al ristorante. Così, quando Emmanuel - che è pediatra e dunque a stretto contatto quotidiano con i bambini altrui - fa richiesta di adozione (come single perché una coppia omosessuale non può), Philippe decide di lasciarlo.

Emmanuel, tuttavia, è talmente convinto e desideroso di paternità che vuol proseguire anche da solo e sul momento non pare nemmeno minimamente intristito dalla separazione, tanto il raggiungimento del suo obiettivo gli occupa la mente. Senonchè, l'assistente sociale - scoperta l'omosessualità dell'aspirante padre attraverso un episodio piuttosto banale - gli opporrà un netto rifiuto all'adozione. Emmanuel non si lascia però scoraggiare e, conosciuta una giovane argentina sans papiers, le propone "l'affare". Un matrimonio d'interesse (per i documenti di lei), in cambio di un'inseminazione artificiale per dare alla luce un bimbo (che sarebbe tutto per lui). Lei, sdegnata, rifiuta. Ma quando la polizia la ferma, la giovane Fina, per salvarsi da un rimpatrio forzato, torna sui suoi passi e se ne esce dal commissariato abbracciata al suo futuro sposo di comodo.

Visti i temi complicati ed il modo semplice semplice in cui sono stati introdotti, a chi venisse voglia di uscire dalla sala a questo punto, lo faccia pure. Perchè il seguito consiste nel completo accantonamento della parte problematica della storia, che avrebbe comportato una seria - non per forza seriosa! - analisi di cosa significhi adozione e desiderio di maternità/paternità, dell'utilizzo forzato del matrimonio come espediente per aggirare leggi restrittive, delle reazioni della famiglia di Emmanuel alle novità che sconvolgono la sua vita, etc..

Invece, tutto quello che viene messo in scena è nient'altro che una continua ripetizione di stanchi stereotipi (che tutt'al più strappano qualche sorrisino) e, come se non bastasse, ogni reazione - pur banale - ci viene accuratamente e didascalicamente spiegata e sottolineata da dialoghi dei quali francamente avremmo fatto volentieri a meno.

Naturalmente, Emmanuel è sterile e, naturalmente, chiede in prestito dello sperma all'ex il quale, dopo attenta (?) riflessione, accetta: si procede dunque all'inseminazione. Quando Emmanuel corre ad annunciare a Philippe che la bella Fina è incinta, lo trova in casa con un altro, naturalmente nudo (possibile che per far capire al pubblico che c'è intimità tra due persone dello stesso sesso bisogna per forza mostrarle svestite??).

Fina ed Emmanuel si sposano, come da accordi, ed una notte d'amore ci fa quasi pensare che possa nascere qualcosa. Ma non è così. Anzi, dopo il matrimonio, Emmanuel e Philippe si riavvicinano sempre di più, Fina ne è gelosa e, impaurita ed arrabbiata, scappa.

Si rifarà inaspettatamente viva dopo 9 mesi, per portare a termine il suo compito e partorire il figlio della coppia E-P, ormai felicemente ricongiunta. Aggiungi immagine

C'è troppo in questo film: troppi temi trattati male, troppi personaggi inutili o fastidiosi o semplicemente "buttati in scena" perchè funzionali e poi fatti sparire (la collega di Emmanuel, i genitori di Fina, la famiglia di Emmanuel), troppi dialoghi didascalici, troppe scene che non servono a niente se non a ripetere l'ovvio (l'incontro fra Lisa e Philippe, le "scuse" di Emmanuel a Philippe fuori dal tribunale, il nudo del nuovo compagno di Philippe,... e si potrebbe continuare a lungo).

Ma manca anche parecchio, soprattutto mancano un sacco di perchè. I perchè delle inquadrature, i perchè dei dialoghi, i perchè delle situazioni. Tutto è solo funzionale a "creare" una storiella ridanciana e natalizia, superficiale, in cui gli incastri funzionano, sì, ma sono forzati. E' evidente, si capisce troppo, che sono lì solo perchè lo sceneggiatore ha deciso che dovevano stare lì, perchè la storia che stava scrivendo richiedeva in quel punto quella didascalia, in quell'altro quella macchietta, etc.... E va aggiunto che le soluzioni prescelte per le "svolte" del film, nonchè i dialoghi e le reazioni per caratterizzare i personaggi sono perlomeno banali banali.


Forse è il clima generale del film, ma pure la colonna sonora risulta scarsa e prevedibile. Si salvano forse gli attori uomini, per quanto certo non aiutati dai dialoghi.

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