giovedì 21 febbraio 2008

Effetto Notte, Francois Truffaut (1973)



“La lavorazione di un film somiglia al percorso di una diligenza
nel far west: all'inizio spera di fare un bel viaggio,
poi comincia a domandarsi se arriverà mai a destinazione”.
Con questa emblematica frase Francois Truffaut introduce il suo tredicesimo lungometraggio, Effetto Notte. Un film di passione, di grande e incondizionato amore per il cinema.
Dove sono presenti numerose autocitazioni, ma anche richiami a maestri come Rossellini e Bunuel, a cui Truffaut strizza spesso l'occhio.

Nizza è il delizioso scenario di questo prodotto metacinematografico (è un film nel film), in cui il regista Ferrand, interpretato dallo stesso Truffaut, effettua le riprese di “Ti presento Pamela”, una storia d'amore e di vendetta tra una donna, un uomo e il padre di quest'ultimo.
Una serie di imprevisti, però, travolge e sconvolge cast e troupe. Sul set c'è chi si innamora perdutamente, chi soffre per gelosia, chi è terrorizzato dal futuro e chi – addirittura - muore.
Inevitabili le ripercussioni sull'andamento del film: la sceneggiatura viene modificata più e più volte. Diventando imprevedibile, proprio come la vita dei suoi attori.

Eppure passione per il cinema e fragilità umana sono due facce della stessa medaglia – pare suggerirci Truffaut – e il film riesce a giungere a compimento.
I numerosi "ciak" hanno scandito i ritmi di una famiglia, più che di un cast, che con la fine dei lavori è costretta a salutarsi.

"Mi raccomando, silenzio e precisione" è uno dei moniti dello scrupoloso regista, attento ai movimenti, alla scenografia, ai costumi e ad ogni elemento presente sul set.
Truffaut, come un abilissimo direttore d'orchestra di cui riconosce ogni singolo suono e strumento, sfrutta la voce fuori campo per plasmare una materia, la sua materia.


Un film raffinato e piacevolissimo.

Nessun commento: