
Film surreale e claustrofobico (si svolge al 90% all'interno della fatiscente, allagata centrale di polizia di uno sperduto paesino), allusivo ed aperto a molteplici interpretazioni. Noir interamente piovoso (salvo l'ultima scena) che tiene incollato allo schermo lo spettatore, nello sforzo di capire se questo sopraffino scrittore dal fisico da camionista (Tornatore dice che ha voluto Depardieu proprio per questo) sia davvero l'autore di questo efferato omicidio, la cui vittima - sono parole del commissario - ha il viso così sfigurato da renderne impossibile il riconoscimento. Ed in effetti, prima di spararsi un colpo in fronte, Onoff si è tagliato i capelli e rasato la barba, come a volersi riappropriare in punto di morte di quel volto che da anni portava celato da una lunga chioma ed una folta peluria.

Grazie al commissario ed al suo rude, folle, grottesco interrogatorio, potrà ora riappropriarsi anche dei ricordi di una vita, impressi su migliaia di fotografie che non trovava più. Fino a poter ricominciare e dedicarsi, dopo la dolorosa ricostruzione della propria esistenza, alla scrittura del suo libro migliore.
Regia ricca e curata, interpretazioni maestose, tanti dubbi. Un piccolo gioiello.
"Ricordare è come un pò morire"
(dalla canzone sui titoli di coda, interpretata dallo stesso Depardieu)
1 commento:
Un gioiello poco conosciuto aggiungerei. L'ho scoperto per caso, senza aspettare di vederlo in tv o comprandone il dvd. Una eccezione nella filmografia italiana e di Tornatore.
http://iltorneodeifilm.wordpress.com/
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