Che farsene di un'eredità da 20 milioni di dollari in arrivo da un lontano parente quando si è sempre vissuti nel proprio piccolo paese e, fra lavoro, volontariato e musica si vive tranquilli? Mr. Deeds goes to town (titolo originale) va innanzitutto contestualizzato storicamente: siamo negli U.S.A. ancora in piena crisi economica ed il presidente Roosvelt, alla vigilia della sua seconda elezione, sta cercando di risollevare il Paese facendo leva su sentimenti quali l'onestà, l'etica del lavoro, la purezza d'animo, contrapposti all'insieme di tutto il male possibile: imbroglioni, approfittatori, sfruttatori,....Si tratta insomma della solita suddivisione "con l'accetta" che il discorso dominante riproduce anche oggi, a 72 anni di distanza (!), allorchè si sente parlare di "incoscienti", "spregiudicati", etc..come se davvero una crisi mondiale potesse essere provocata dalla follia o dall'imprudenza di un manipolo di esaltati e non dalla masochistica (ma non consapevole) vocazione al suicidio lento, giorno dopo giorno, di una fascia enorme e generalizzata di popolazione.
Mr. Longfellow Deeds (Ariosto Deeds nella traduzione italiana dell'epoca) è un giovane signore di campagna, che vive sereno, suona la tuba nella banda del paese, è pompiere volontario e scrive poesie su ordinazione, al fine di pubblicarle su cartoline augurali. L'annuncio della mostruosa eredità non lo smuove granchè, pur costringendolo a trasferirsi in città per seguire gli affari. Tutto attorno si muovono come sanguisughe tutta una serie di personaggi più o meno squallidi e più o meno interessati alla sua fortuna, fra i quali spicca per odiosità l'avvocato Cedar dello studio Cedar, Cedar, Cedar e Budington, intenzionato a mantenere il controllo amministrativo dell'enorme patrimonio. Il signor Deed (Gary Cooper) è paesano, ma certo non ingenuo, tanto che ha l'istinto di tenere sempre al di fuori delle sue decisioni l'avvocato Cedar (del quale dirà anzi che ha "la mano viscida") e di respingere tutte le altre pretese di personaggi squallidi in cerca dell'allocco da spennare.
Louise Bennet (Jean Arthur) è una caparbia giornalista che, riuscendo ad entrare nella vita privata del neomiliardario con uno stratagemma, ne scriverà articoli pungenti, sottolineando i suoi comportamenti spontanei ed infantili con un tono così sarcastico da tracciare l'immagine di un uomo ridicolo e quasi folle. Dulcis in fundo, gli appiopperà un soprannome azzeccato: Cinderella man, tradotto in italiano con un meno chiaro Cincinnato (ma, si sa, in quel periodo storico italianizzare e romanizzare tutto andava per la maggiore..).
Naturalmente i due finiscono per innamorarsi, così è facile immaginare la reazione di Mr Deed quando viene a scoprire che l'autrice di quegli articoli infamanti è proprio lei, la sua "Babe", per cui finalmente si era aperto il cuore ed alla quale aveva appena chiesto – in versi – di sposarsi. Distrutto, decide di utilizzare tutto il suo immenso patrimonio per comprare terre per le grandi masse di disoccupati e ritirarsi al suo paese. Per evitare quest'ultima follia, l'avvocato Cedar ed i parenti esclusi dall'eredità intentano una causa per dimostrare (anche basandosi sugli articoli di giornale) la follia di Deed, farlo internare e revocargli dunque il patrimonio prima dello spèrpero. Durante l'udienza decisiva, Deed tace per l'intera prima parte, considerando che più niente abbia ormai importanza; poi, superato lo shock – grazie anche all'impegno ed al pentimento di Louise – egli riuscirà a far decadere l'accusa con una magistrale e brillante apologia tesa a dimostrare che ognuno, a modo suo, è un po' "picchiatello".
Il film di Capra – Oscar per la miglior regia – è innanzitutto una piacevolissima commedia sentimentale; inoltre, ha il merito di sottolineare difetti e difettucci delle nostre società: arrivismo, avidità, voyerismo (agli esordi), servilismo verso i potenti, pregiudizi verso i forestieri, conformismo e rifiuto delle diversità,...
Ha tuttavia il limite - non piccolo - di mettere in piedi questa critica sociale partendo dal personaggio "buono" (che fa viaggiare bene il sistema, alimenta il sogno americano, fa della beneficenza per aiutare chi è in difficoltà,...) che si contrappone ai cattivi (che invece fanno andare fuori giri il sistema con la loro avidità) e non, al contrario e più radicalmente, partendo dalla critica del sistema stesso, che legittima e anzi richiede per funzionare l'esistenza di mostri come lo studio Cedar, Cedar, Cedar e Budington e, più in generale, lo sfruttamento del più forte sul più debole (altro che la similitudine del salvataggio in barca che recita Cooper durante l'arringa difensiva...).
Questa visione un po' facile e demagogica – del resto tipica di Capra – in quel particolare periodo storico sa anche di ruffianeria.